LA MANUTENZIONE DELLE STRADE, CONDIZIONE ESSENZIALE PER LA IRRINUNCIABILE SICUREZZA DELLE PERSONE, E’ CONCILIABILE CON L’ALTRETTANTO NECESSARIA  TUTELA DELL’AMBIENTE. 

Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, l’assessore ai Lavori Pubblici ha annunciato l’imminente abbattimento di tutti gli alberi di pino, in particolare di quelli che si trovano ai lati di viale Mediterraneo, uno dei viali principali del Lido di Tarquinia .  

Questo progetto, se effettivamente portato a termine, sconvolgerebbe l’equilibrio ambientale ed ecologico della parte sud del comprensorio del Lido, adiacente alla riserva faunistica delle Saline. Gli alberi di pino rappresentano fin dalla antichità una caratteristica peculiare del nostro territorio, come anche testimoniato dal poeta latino Rutilio Namaziano nella sua opera “De Reditu”, che narrando le vicende del suo viaggio via mare verso la Gallia, descrive anche la nostra costa “…  Ecco si vedono i tetti sparsi di Gravisca che spesso l’odore di palude d’estate opprime, però verdeggiano i dintorni rigogliosi di fitti boschi e l’ombra dei pini trema sui deboli flutti… “.

Non a caso il piano di lottizzazione di inizio anni sessanta aveva previsto la piantumazione di alberi di pino lungo le strade del futuro comprensorio ed anche all’interno dei lotti di proprietà privata; ogni acquirente fu obbligato, per contratto, a mettere a dimora un determinato numero di alberi di pino in ragione della superficie del lotto di terreno acquistato. Il Lido sarebbe divenuto una pineta diffusa e proprio per questo motivo molte persone decisero di investire i propri risparmi qui da noi, a Tarquinia.

Dal momento dell’impianto sono trascorsi sessanta anni ed in questo lungo arco di tempo i pini hanno assunto dimensioni maestose, con le loro fronde donano salutare ossigeno e la piacevole frescura che tutti indiscutibilmente apprezzano.   

Eppure il Comune ha deciso di procedere al loro indiscriminato abbattimento, in un momento, quello estivo, senza minimamente coinvolgere i residenti locali o le associazioni del territorio. 

Questa decisione è stata motivata dall’impossibilità (!!!) di risolvere il problema delle radici superficiali che deformano una parte della pavimentazione stradale. Eppure lo stesso problema è stato efficacemente risolto in molte località, consentendo la conservazione dell’identità del paesaggio. Ci chiediamo perché anche da noi non si possano adottare soluzioni che tutelino un grande e prezioso patrimonio arboreo che costituisce anche l’habitat naturale di fauna selvatica protetta (Assiolo, Gufo, Tortore, Scoiattolo rosso…). La fauna selvatica è “patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della collettività nazionale ed internazionale “ (art. 1 Legge 11 febbraio 1992, n. 15). In particolare sono particolarmente protette tutte le specie di rapaci notturni, anche sotto il profilo sanzionatorio (art. 2 comma 1 lett. b). Ma le conseguenze derivanti dall’abbattimento dei pini sulla sopravvivenza di queste specie evidentemente non sono state neppure prese in considerazione.

A sostegno della opzione di abbattimento radicale dei pini viene avanzata la giustificazione dei costi elevati che devono essere sostenuti per la manutenzione delle strade. Ma l’ingente fiume di denaro che proviene dalle seconde case del Lido (IMU, TASI) consentirebbe la periodica manutenzione delle strade e degli alberi stessi senza incidere sulle casse comunali. A tale proposito ci chiediamo: quanto costerebbero i lavori di abbattimento, di rimozione dell’apparato radicale, la predisposizione del terreno per la messa a dimora di altre piante ed il loro acquisto e naturalmente il rifacimento della pavimentazione stradale? Quanto tempo deve trascorrere perché i nuovi alberi siano effettivamente in grado di sostituire con la loro ombra i pini abbattuti? E questa decisione viene presa in un momento in cui in molte città si sta provvedendo a demolire intere porzioni di asfalto per lasciar spazio al verde, in quanto ci si è resi conto della pericolosità delle isole di calore.

Altra obiezione riguarda le modalità con le quali sono stati gestiti gli abbattimenti a macchia di leopardo ai quali – tranne due eccezioni (settore nord di via degli Argonauti e zona campi da tennis-padel) – non sono seguiti reimpianti di altri alberi in contrasto con l’obbligo a cui per legge sono soggetti i privati che dovrebbero reimpiantare essenze ad alto fusto al posto dei pini abbattuti per necessità (malattia della pianta o danni strutturali alle abitazioni).   Perché invece di continuare l’abbattimento indiscriminato dei pini, non portare a termine il lavoro laddove iniziato, con la ripiantumazione di nuovi alberi, a rapida crescita ed ombreggianti? Non si possono sostituire pini maestosi con alberelli di modestissime dimensioni, come già avvenuto nei lavori lungo viale Andrea Doria e Viale delle Sirene. Basterebbe procedere ad efficaci potature per eliminare i rischi maggiori per gli utenti. Non si capisce perché le molte segnalazione di rami pericolosi o secchi non vengano minimamente prese in considerazione mentre venga adottata sbrigativamente   come soluzione l’abbattimento dell’intero albero.

Per conoscere l’effettiva dimensione del progetto annunciato e per avere la possibilità di esporre le proprie proposte in merito alla soluzione dei problemi, noi dell’Associazione ASSOLIDI di Tarquinia abbiamo inviato al Sindaco una richiesta di incontro urgente, confidando nella possibilità di stabilire tra le parti un rapporto costruttivo e risolutivo.